INDAGINE E RISULTATI

Comunemente, la definizione di "albero monumentale" è limitata al parametro dimensionale, ritenendo tali quei soggetti di altezza e diametro eccezionali per la specie d’appartenenza. Ma il concetto di monumentalità di un albero non è legato alla sola valutazione dei parametri fisici, ma anche a valori ambientali estrinseci come la storia, il paesaggio, o la rarità botanica che esso rappresenta. Specie in una provincia montana come quella di Sondrio, dove si va da ambienti caldi di tipo sub-mediterraneo vicino al lago di Como, fino ai limiti della vegetazione arborea posti a circa 2500-2600 metri, è facile trovare numerose specie forestali che con la loro sola presenza rappresentano una particolarità botanica di indubbio interesse, da conoscere e tutelare.
Nel nostro caso si è ritenuto quindi opportuno ampliare il concetto di "monumentalità", identificandolo con quello di "importanza biologico-culturale" , in questo modo l’indagine è stata estesa a tutte le piante arboree rispondenti a uno o più dei seguenti requisiti:

  • dimensioni notevoli, stabilendo una soglia minima diametrica distinta per specie;
  • forma o portamento molto particolari e rare;
  • rarità botanica, con riferimento non solo alla scarsa presenza della specie in ambito provinciale, ma anche all’individuazione di soggetti posti al di fuori del loro habitat tipico o vegetanti in condizioni estreme (es. specie poco o nulla rappresentate in singole vallate ; piante poste ben oltre il limite della vegetazione arborea, ecc.);
  • stretto legame della pianta con edifici storici o monumentali;
  • "celebrità" del soggetto, tale da caratterizzare, anche con eventuali toponimi, determinati luoghi;
  • importante legame con fatti storici, tradizioni e/o leggende.

Il possesso di una o più di queste caratteristiche viene in tal modo considerato requisito minimo per definire l’importanza biologico-culturale della pianta e quindi la sua inclusione nel censimento.

Pur tuttavia, per cercare di standardizzare i i metodi d’indagine e di raccolta dati, sono stati adottati, anche se con alcune modifiche, i criteri proposti dalla Regione Lombardia - Direzione Generale Tutela Ambientale, già utilizzati nei precedenti censimenti effettuati nelle provincie di Milano, Pavia e Brescia. E’ così possibile fare una lettura comparata dei dati che ci consente di avere su scala regionale il valore monumentale, espresso numericamente, di ogni pianta censita.

Seguendo l’esempio delle altre provincie lombarde, è stato suddiviso il lavoro in due fasi: quella di raccolta informazioni e quella di verifica delle segnalazioni.
La prima fase del censimento si è svolta tra l’autunno del 1997 e l’inizio estate 1998, mediante la distribuzione delle schede di segnalazione a tutti gli operatori di Enti ed Associazioni, opportunamente addestrati ed informati, che a vario titolo si occupano del settore ambientale, tra cui: le Guardie Ecologiche Volontarie delle 5 Comunità Montane, i Comuni, gli Enti gestori del Parco Nazionale dello Stelvio e del Parco regionale delle Orobie Valtellinesi, le Pro Loco, le sezioni C.A.I., le Associazioni venatorie o pesca-sportive e tutte le Associazioni ambientaliste presenti in provincia (Legambiente, W.W.F., Italia Nostra, Greenpeace ecc.). Altre schede sono state distribuite informalmente a privati cittadini interessati, anche tramite diffusione di comunicati stampa a mezzo giornale, radio-TV.
E’ stata questa la fase più importante e delicata dell’intera indagine che ha consentito innanzitutto di conoscere, ed in seguito di archiviare, tutte le segnalazioni sulle piante monumentali o ritenute tali.

Sulla base dei dati pervenuti si è proceduto ad un primo esame comparativo delle schede, scartando a tavolino tutti gli esemplari che pur avendo dimensioni notevoli non raggiungevano la soglia minima di verifica.
Complessivamente sono state registrate 237 schede di segnalazione. Escludendo le ripetizioni (segnalazione relative ad un medesimo soggetto o gruppo arboreo), le piante (o gruppi arborei) segnalate ammontavano complessivamente a 212, di cui 168 da sottoporre a verifica e rilevamento specifico e 44 da escludere.
Durante l’estate 1998 e fino a tutto l’inverno 1998-99 si è proceduto ad effettuare il controllo specialistico sulle piante precedentemente segnalate (II° fase) a cura di personale tecnico esperto.
Alla verifica di campagna hanno partecipato anche i tecnici del Parco delle Orobie Valtellinesi per il territorio di loro competenza.
Una volta individuato l’albero, o gruppo di alberi, sono state controllate l’esattezza della segnalazione ed i requisiti dimensionali minimi richiesti per la specie. In tal modo sono stati esclusi dal censimento sia gli esemplari con circonferenza inferiore a quella minima, sia quelle piante in condizioni fitosanitarie e vegetative critiche, tali da poter ritenere il loro futuro irrimediabilmente compromesso, quelle drasticamente alterate nella forma e nel portamento a seguito di potature eccessive e, infine, quelle poco longeve, quali pioppi, salici e ontani, considerati solo nel caso si configurassero come particolarità botaniche con elevato valore storico e/o paesaggistico.
Menzione a parte meritano i due platani del fondovalle, posti lungo le strade statali 36 e 38 a Tresenda e Novate Mezzola, entrambi con dimensioni ragguardevoli, ma segnati dalla medesima sorte: una potatura drastica totalmente ingiustificata che ne ha compromesso irrimediabilmente il loro alto valore monumentale.


Platano di Tresenda

Platano di Novate Mezzola

Per tutti i soggetti che hanno superato queste fasi di selezione è stata invece compilata una scheda (scheda di rilevamento), seguendo il modello contenuto nel documento tecnico della Regione Lombardia "Criteri e metodi per il censimento degli alberi monumentali" .
In sintesi, su ciascuna scheda di rilevamento sono stati riportati dati dettagliati sull’ubicazione e proprietà, sui caratteri morfologici e biologici, sulle condizioni vegetative e sanitarie, sulle minacce ed elementi di disturbo e sui motivi d’interesse. Tutti i dati sono stati raccolti in un archivio informatico aggiornabile (database).
Allo scopo di facilitare le elaborazioni e, soprattutto, al fine di ottenere valori comparabili, le diverse specie arboree sono state raggruppate per categorie omogenee, basate su parametri sia biologici sia ecologici. I dati raccolti in campo sono stati poi trasformati in valori numerici, la cui grandezza esprime l’importanza loro attribuita nei diversi casi; cifre più alte corrispondono ad una maggiore importanza attribuita alla pianta ed alla necessità di tutelarla. Sommando i punteggi delle singole voci di rilevamento è stato così ottenuto un valore globale per ciascun soggetto.
Le singole voci che hanno concorso nell’assegnazione del punteggio globale di ciascun albero rilevato sono:

  1. Rischio di taglio(max 1 pt.)
  2. Portamento e forma della pianta, rarità botanica (max 1 pt.)
  3. Valore storico, paesaggistico, architettonico (max 3 pt.)
  4. Circonferenza (max 3 pt.)
  5. Altezza (max 3 pt.)
  6. Diametro chioma (max 2 pt.)
  7. Condizioni vegetative (max 2 pt.)

Sulla base del punteggio finale sono state definite tre soglie di monumentalità corrispondenti a tre diverse categorie d’importanza entro cui ricadono tutte le piante:
- alberi con punteggio uguale e/o inferiore a 8 CATEGORIA II°
- alberi con punteggio superiore a 8 e uguali e/o inferiori a 10 CATEGORIA I°
- alberi con punteggio superiore a 10 o con valori ambientali elevati CATEGORIA I° élite

 

TABELLA RIASSUNTIVA PUNTEGGI

  

La suddivisione delle piante in tre diverse categorie di monumentalità risulta necessaria per meglio valorizzazione i monumenti arborei e per guidare gli indirizzi di tutela e salvaguardia.
Riassumendo le piante risultano così ripartite:

  • Prima categoria élite : 18 piante
  • Prima categoria : 52 piante
  • Seconda categoria :63 piante

Su scala territoriale la distribuzione delle piante monumentali nelle cinque Comunità Montane della Provincia, è risultata la seguente:

Comunità Montana

Categoria

Tot.

I° élite

II°

Valchiavenna

4

13

15

32

Valtellina di Morbegno

4

16

26

46

Valtellina di Sondrio

4

16

9

29

Valtellina di Tirano

3

5

6

14

Alta Valtellina

4

2

5

12

In totale, sono state censite, schedate e valutate, 133 piante, appartenenti a 40 specie diverse. Castagno, faggio, larice e abete bianco sono le specie più rappresentate con rispettivamente 24, 18, 11 e 7 individui; mentre le latifoglie sono oltre il doppio delle conifere, 90 contro 43.

Specie

Castanea sativa Mill.

24

Fagus sylvatica L.

18

Larix decidua Mill.

11

Abies alba Mill.

7

Acer pseudoplatanus L.

5

Aesculus hippocastanum L.

5

Pinus cembra L.

5

Morus alba L.

4

Populus nigra L.

3

Sorbus aria Crantz.

3

Picea abies Karst.

3

Taxus baccata L.

3

Quercus petraea L.

3

Tilia cordata Miller

3

Acer platanoides L.

2

Ilex aquifolium L.

2

Calocedrus decurrens Torr.

2

Cupressus sempervirens L.

2

Gynkgo biloba L.

2

Platanus hybrida Brot.

2

Pyrus communis L.

2

Tilia platyphillos Scop.

2

Sequoiadendron giganteum Lindl.

2

Pinus sylvestris L.

2

Abies nordmanniana Spach.

1

Ailanthus altissima Mill.

1

Specie

Betula alba L.

1

Carpinus betulus L.

1

Cornus mas L.

1

Juglans regia L.

1

Ligustrum lucidum Ait.

1

Magnolia grandiflora L.

1

Quercus ilex L.

1

Robinia pseudoacacia L.

1

Sophora japonica L.

1

Ulmus glabra Huds.

1

Cedrus atlantica Manetti

1

Cedrus deodara G. Don

1

Pinus pinaster Ait.

1

Pinus pinea L.

1

Sorbus aucuparia L.

1




Per quanto riguarda la distribuzione delle piante censite nell’intera provincia, esse sono localizzate sul territorio di 48 diversi comuni.
Il più alto numero di esemplari, 16, appartiene al comune di Sondrio, questo soprattutto per l’alto numero di parchi e giardini, anche storici, presenti in città; segue poi la valle del Bitto, 9 piante a Bema e 7 ad Albaredo per San Marco, quindi Chiavenna e Morbegno con 7 alberi ciascuno.

Comune

Sondrio

16

Bema

9

Albaredo per San Marco

7

Chiavenna

7

Morbegno

7

Grosio

5

Valmasino

5

Civo

4

Livigno

4

Piuro

4

Samolaco

4

Valfurva

4

Verceia

4

Delebio

3

Gordona

3

Lanzada

3

Comune

Villa di Tirano

3

Albosaggia

2

Berbenno di Valtellina

2

Forcola

2

Madesimo

2

Prata Camportaccio

2

Sondalo

2

Grosotto

2

Novate Mezzola

2

Tirano

2

Traona

2

Ardenno

1

Bormio

1

Buglio in Monte

1

Caiolo

1

Campodolcino

1

Comune

Chiesa in Valmalenco

1

Chiuro

1

Cosio Valtellino

1

Dubino

1

Mazzo di Valtellina

1

Mello

1

Menarola

1

Ponte in Valtellina

1

Postalesio

1

Rasura

1

Rogolo

1

San Giacomo Filippo

1

Spriana

1

Teglio

1

Valdisotto

1

Villa di Chiavenna

1

Nonostante il fatto che in ambiente urbano gli alberi, soprattutto se posti all’interno di parchi e giardini, si debbano ritenere maggiormente tutelati, soltanto 46 rilevazioni sono localizzate in questo ambiente, mentre ben 87 sono state effettuate in ambiente extraurbano.
Di queste ultime 87 rilevazioni, 54 interessano zone boscate, 25 ricadono in aree di prato-pascolo e solo 5 riguardano giardini privati.

Riguardo alle dimensioni, la pianta di maggiore diametro è il castagno di Bedoglio (Grosio, scheda n° 44) con una circonferenza di ben 12 metri, la pianta più alta è l’abete rosso di S. Antonio Morignone (scheda n. 51) con 45 m di altezza, mentre la pianta che ha la chioma di maggior diametro medio, 28 m, è il castagno di Cevo (scheda n°17).

Per quanto concerne l’età delle piante, nella maggior parte dei casi non è stato possibile determinarla con esattezza, pertanto i dati rilevati hanno un valore puramente indicativo.
Ciononostante, dall’esame di quest’ultimi, risulta che la pianta più vecchia è il larice di Forcola (scheda n° 60) con ben 600 anni, la pianta più giovane, 45 anni, è il sorbo degli uccellatori di Campodolcino (scheda n° 79), mentre il maggior numero di rilevazioni indica un’età media di circa 150 anni. L’abete bianco di Vesenda raggiunge la ragguardevole età di 350 anni.

Pagina precedente