3241. "Carta venditionis".
1392 giugno 14, Bormio, "in stupa magna palacii communis"
Vendita del comune di Bormio, in seguito alla deliberazione della maggior parte del consiglio, presieduto dal podestà Francesco de Butragaris di Bologna, a Francesco de Albertis di Nicola di Bormio di 3 corti e 10 pezze di terra campiva e prativa con edifici siti a Bormio per lire 185 imperiali, i quali beni erano del fu Vasino Malguarnita fu Burmo di Bormio, bandito dal detto comune.
Copia autentica, notaio di Bormio Vitale Grassonus fu Donato, scrittore del comune di Bormio, che trae dal quaderno dei consigli.
Atto singolo membr., mm 415x290
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 2
3242. "Consillium".
1412 maggio 6, Bormio, "super plateys communis"
Elezione di Modesto de Albertis, Brizio Ianazius, Marco Grassonus e Bormo Malquti, alla presenza di Giovanni de Federiciis di Gorzone Sciano, podestà e rettore di Bormio, a capitani di provvisione da parte del consiglio generale del comune di Bormio.
Notaio Giovanni de Boniziis di Benvenuto di Bormio scriba del comune. Originale.
Atto singolo membr., mm 255x262
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 3
3243. "Conscillium".
1452 luglio 22, Bormio
Deliberazione del consiglio del comune di Bormio, con la quale si autorizza Margherita, vedova di Bernardo de Grassonibus fu Marco di Bormio, tutrice degli eredi di Bernardo, insieme agli eredi dei fratelli Marco e Donato de Grassonibus, alla vendita a Franco de Albertis di alcuni edifici e di un orto siti a Bormio, in contrada Dossiglio.
Copia autentica, notaio di Bormio Modesto de Albertis fu Franco, scrittore del comune di Bormio, che trae dal quaderno delle deliberazioni.
Atto singolo membr., mm 215x250
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 4
3244. "Instrumentum pacis".
1479 febbraio 20, Tubre
Pace stipulata tra Cristoforo di Molina e Giacomo Kassoler a nome del comune di Bormio da una parte e "Nuttus" de Larifhtze dall'altra.
Notaio Giovanni Luciet de Servietis, abitante a Tubre. Originale.
Atto singolo membr., mm 230x210
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 5
3245. Instrumentum confessionis.
1479 febbraio 20, Tubre
Confesso di pagamento di "Nuttus" de Larifhtze, abitante a Tubre, a Cristoforo de Melina di Antonio di Molina e Marco Raysellerius fu Antonio, a nome del comune di Bormio, per aver ricevuto marchi 45 a completa soluzione di una multa fissata mediante arbitrato nella lite tra il comune di Bormio ed il detto de Larifhtze.
Notaio Giovanni Luciet de Servietis fu Giovanni, abitante a Tubre. Originale.
Atto singolo membr., mm 320x205
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 6
3246. "Sententia finitiva".
1482 marzo 11, Bormio, "in stuffa magna pallatii communis"
Sentenza emessa da Ercole de Losanno di Milano, podestà di Bormio, alla presenza di Nicolò de Albertis di Franco, Francesco de Albertis fu Giovanni, Arcangelo de Gandino, rettore delle scuole di Bormio, Alberto de Boniziis ed altri, tutti deputati alle sentenze in Bormio, in favore di Troilo de Mariolis fu Francesco contro Vasino detto Panzera fu Bormiolo di Oga, già suo affittuario, per lo scioglimento del contratto di locazione tra essi stipulato.
Notaio di Treviglio Lazzaro de Mariolis fu Gervasio di Martino, per ordine del podestà. Originale.
Atto singolo membr., mm 300x220
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 7
3247. Relatio.
1490 ottobre 23, Milano
Relazione presentata a Gian Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, da Melchiorre Sturionus, dottore in legge, e Michele de Tonsis, vicario generale ducale e giurisperito di Milano, in difesa delle ragioni avanzate dagli agenti e procuratori del comune di Bormio nella lite con Donato dal Vighum fu Giovan Dulfo, Giovanni Risus fu Riso, ministrale di Salse, e Riso Canalus fu Giovanni, anche a nome degli eredi del fu Giacomo Maltes, in seguito ad una sentenza pronunciata da Giovanni Flegher a Yschglen nel 1451 per la quale Donato e soci pretendono il pagamento di ducati 500 a risarcimento delle "violenze e rapine" subite.
Notaio Francesco de Barziis fu Leonardo di Milano, abitante a Milano, porta Nuova; notaio Melchiorre Sturionus e Michele Tonsus.
Giovan Francesco de Cagnolis ed Antonio de Confanoneriis, notai e abati del collegio dei notai di Milano, corroborano il 30 ottobre 1490.
Notaio Ambrogio de Capitaneis, cancelliere del collegio dei notai di Milano, sottoscrive. Originale. Sig. ad.
Atto singolo membr., mm 590x300
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 8
3248. Decretum.
1490 ottobre 30, Milano
Decreto emesso da Melchiorre Sturionus, dottore in legge, e da Micaele Tonsus, vicario generale e giurisperito di Milano, circa la lite tra il comune di Bormio da una parte e Donato dal Vighum fu Giovan Dulfo, Giovanni Risus fu Riso, ministrale di Salse, e Riso Canalus fu Giovanni, anche a nome degli eredi del fu Giacomo Maltes dall'altra, con il quale, sentite le parti, confermano la precedente loro relazione al duca di Milano del 23 ottobre 1490.
Notaio Francesco de Barziis fu Leonardo di Milano, porta Nuova. Originale.
Atto singolo membr., mm 382x213
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 9
3249. "Instrumentum quittacionis".
1491 gennaio 17, Malles
Confesso di pagamento di Giovanni Kalderator a "Zisermundus" de Sermondo, a nome del comune di Bormio, per aver ricevuto marche 15 di moneta di Merano, in vigore di un arbitrato tra il comune di Bormio e Cristiano Blasius, abitante a Monteplair, avvocato e tutore degli eredi di "Nott" Barbla, rappresentato da Giovanni.
Notaio Giovanni Pistatorus fu Pietro, abitante a Villa Latsch. Originale.
Atto singolo membr., mm 390x205
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 10
3250. "Instrumentum pacis, concordie, finis, confessionis, remissionis, perdonationis et equitantie".
1512 novembre 27, Bormio, "in plaza ante hedificia Balneorum"
Pace stipulata da Nicolino Tonolus fu Domenico di Bormio, canipario maggiore del comune di Bormio, per autorità di Nicolò de Folianis e Dorico Sutor fu Giannotto, ufficiali maggiori del comune, con Faza di "Lugun", Simone di Pezze di Santa Maria, Aynzius Snayder ed altri, a nome dei loro parenti, amici e "socii", in seguito alle liti sorte tra le due parti.
Notaio di Bormio Giacomo de Folianis fu Antonio. Originale.
Atto singolo membr., mm 305x405
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 11
3251. Arbitratum.
1513 novembre 16, Coira
Sentenza arbitrale di Corradino de Marmorea, Rodolfo de Marmorea della città di Coira, "Wertingus" de Capaul prefetto, Giovanni Durigali arcigiudice della lega Grigia, mastro Giacomo de Castelmuro della curia episcopale di Coira, Giovanni Ianig ministrale di Ilanz, Corrado Fischer de Taraser, Giorgio Magdalene de Vanasser e Giorgio Gargori de Maienfield nella lite sorta tra Giovanni Francesco fu Nicolò de Albertis di Bormio da una parte e i fratelli Simone, Alberto e Giacomin de Albertis fu Francesco, Bernardo de Casselis, Baldassarre detto Fratino fu Gottardo Angelus, Taddeo fu Angelo de Piro, Simone fu Tonio Sanabellus, Abramo fu Bonetto de Follianis, Stefano fu Rinaldo Carorinus e i fratelli, Giovanni Maria e Giovanni Pietro Mariolis fu Leonardo Rodolfo dall'altra parte che conferma una precedente sentenza sulla stessa lite.
Originale Sig. pend. in cera.
Atto singolo membr., mm 300x510
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 12
3252. "Instrumentum extimations".
1519 marzo 22, Bormio
Stima e requisizione fatta da Simone de Albertis fu Francesco e Pietro de Sermondo fu Zaccaria di Bormio, estimatori del comune di Bormio, su istanza di Andrea Andriola fu Giovanninolo di Bormio, esattore delle condanne inflitte dall'ufficio dell'inquisizione in cause di stregoneria di Como, nelle mani di Andrea, a nome del comune di Bormio, di alcuni edifici con suppellettili siti nella "terra Mastra" di Bormio, in contrada di Buglio, di ragione di Giuditta de Zanonis fu Nicolino di Bormio, moglie di Giovanni Battista de Mariolis di Bormio, condannata come strega alla multa di lire 45 imperiali da Agostino di Pavia, domenicano, inquisitore ecclesiastico.
Notaio di Bormio Filippo de Piro.
Copia autentica, notaio di Bormio Giuseppe de Sermondo fu Gasparino, per ordine del consiglio del comune di Bormio.
Atto singolo membr., mm 210x410
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 13
3253. "Instrumentum extimationis".
1519 giugno 30, Bormio
Stima e consegna di Simone de Albertis e Pietro de Sermondo, estimatori del comune di Bormio, su mandato di Gaspare Plantus, podestà di Bormio, ad istanza di Pietro Andrea fu Giovannolo, esattore delle condanne inflitte dall'ufficio dell'inquisizione in cause di stregoneria di Como, nelle mani di Pietro Andrea, a nome del comune di Bormio, di staia 7 di terra arativa site a Bormio, "ad Valeyra", di ragione di Caterina detta "Prodaxa" moglie di Giovanni Zumellus, condannata come strega all'esilio e alla multa di lire 44 soldi 12 e denari 8.
Notaio di Bormio Giuseppe de Sermondo fu Gasparino. Originale.
Atto singolo membr., mm 226x315
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 14
3254. "Instrumentum pacti, merchati et conventionis".
1521 novembre 7, Bormio, "in strata mastra communis"
Patto tra Giacomino de Albertis fu Francesco e Taddeo de Piro fu Angelino, deputati dal consiglio del comune di Bormio da una parte, e Pietro de Molina fu Cristoforo dall'altra, perché quest'ultimo provveda alla manutenzione della via "Numbralii" e "della Schala" per nove anni, con il salario annuo di lire 16 imperiali.
Notaio di Bormio Antonio de Folianis fu Giacomo di Bormio. Originale.
Atto singolo membr., mm 420x210
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 15
3255. "Instrumentum extimationis".
1523 maggio 19, Bormio, "in curtivo communis"
Stima e consegna fatta da Dorico Sutor fu Giannotto e Gottardino de la Meya fu Nicolino, estimatori del comune di Bormio, nelle mani di Pietro detto Paynello fu Andrea, esattore al posto del canipario maggiore, di un fitto annuo di lire 15 soldi 1 e denari 9 che Biagio de Florinis fu Pietro riceve dal comune, fino a raggiungere la somma di lire 54 soldi 15, corrispondente a una condanna inflitta a Bernardo detto Resolo di cui Biagio è fideiussore.
Notaio di Bormio Simone Ferrarius fu Abbondio. Originale.
Atto singolo membr., mm 268x340
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 16
3256. Instrumentum exmasseramenti(1).
1531 - 1532, Bormio, "in stufa magna curtivi comunis"
Annullamento ed estromissione dalla locazione perpetua di pezze 3 di terra campiva e prativa sita a Livigno, in "imo Vigeyre", dal comune di Bormio al fu Bertramo, a cui subentra Giovanni Antonio Sutoris fu Giannotto di Bormio, procuratore dei fratelli Dorico e Pedrotto, per soldi 27 imperiali annui.
Notaio di Bormio Bartolomeo de Boniziis fu Alberto. Originale.
Atto singolo membr.(2), mm 505x250
Note: 1. Sul margine sinistro la data 1531 - 32 di mano diversa.
2. Mutilo della parte superiore.
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 17
3257. "Sententia diffinitiva".
1542 marzo 23, Bormio, "in stuffa parva palatii communis"
Sentenza emessa da Bartolomeo Conziis di Klosters, podestà del comune di Bormio per i signori delle Tre Leghe, col consiglio di Colombano de Florinis, Menico Angelus, Gabriele de Folianis, Cristoforo Caxolarius e altri, giudici, in favore di Carlo Cassator, canipario del comune di Bormio, contro Giovanni Bartolomeo de Mariolis fu Bernardo e Giovanni de Cassellis fu Abramo, per un lascito testamentario di lire 32 e mezzo di Giovannina de Albertis fu Berto, nonna dei detti Giovanni Bartolomeo e Giovanni, conteso fra le parti.
Notaio di Bormio Antonio de Folianis fu Giacomo. Originale.
Atto singolo membr., mm 452x250
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 18
3258. "Instrumentum extimationis".
1542 novembre 20, Bormio, "in hedifficiis scolarum communis"
Stima e consegna di Giacomo de Albertis fu Francesco Madona e Cristoforo Kaxolarius fu Giovanni, estimatori del comune di Bormio, su mandato di Bartolomeo Conz podestà, a Bernardo detto Gandelino fu Stefano, canipario maggiore del comune, di pertiche 200 di prato site a Bormio, in "Runchis", di ragione di Nicolino Folianus fu Giacomino, bandito dalla comunità in seguito ad una condanna per omicidio ammontante a lire 347 e soldi 10 imperiali.
Notaio di Bormio Giuseppe de Sermondo fu Gasparino. Originale.
Atto singolo membr., mm 385x250
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 19
3259. "Instrumentum compromissi".
1547 luglio 18, "In dictis confinis in loco ubi dicitur in Monticulo ..."
Composizione amichevole alla presenza del notaio Giuseppe de Sermondo fu Gasparino di Bormio, arbitro tra Giovannino Ioanninolus fu Romerio di Bormio, canipario maggiore del comune di Bormio, per autorità di Giovanni Andrea de Albertis fu Menapasio di Bormio ufficiale maggiore del comune, e di Bernardino fu Augusto e Giovanni detto de la Fornera Gaulatus fu Cristoforo di Bormio, a nome di Giacomo de Albertis e Giovanni Battista Groxinus, deputati del consiglio generale, da una parte, e Lorenzo de Imeldis fu Antonio di Sondalo, console di Sondalo, e Cristoforo de Sermondo fu Baldassarino di Sondalo, sindaco e procuratore del comune di Sondalo, dall'altra, circa la definizione dei confini tra i due comuni.
Notaio di Como Giuseppe de Sermondo fu Isacco di Sondalo.
Notaio di Bormio Giuseppe de Sermondo fu Gasparino di Bormio, sottoscrittore. Originale.
Atto singolo membr.(1), mm 860x194
Note: 1. Lacerazione centrale.
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 20
3260. "Instrumentum extimationis".
1549 febbraio 19, Bormio, "in hedifficiis scolarum communis"
Stima e consegna di Giacomo de Albertis e Cristoforo Kaxolarius, estimatori del comune di Bormio, a Bernardo del Veglio fu Stefano, canipario maggiore del comune, di pertiche 118 di prato site a Bormio, "in Runchis", di ragione di Nicolino Folianus fu Giacomino, in seguito ad una condanna per omicidio inflitta allo stesso Nicolino e ammontante a lire 149 soldi 15 imperiali.
Notaio di Bormio Giuseppe de Sermondo fu Gasparino. Originale.
Atto singolo membr., mm 400x165
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 21
3261. Instrumentum extimationis(1).
1549 aprile 13, Bormio, contrada Dossiglio
Stima e consegna di Domenico Tezolius fu Giovanni di Valfurva di Bormio e del notaio Antonio de Ferrariis fu Simone, estimatori del comune di Bormio, a Bernardo Gaudelinus fu Stefano di Bormio, canipario maggiore del comune, della quinta parte dei fitti del valore di lire 7 e soldi 2 di ragione del prete Sebastiano de Boniziis fu Giovanni Antonio in seguito alla condanna inflitta allo stesso Sebastiano, ammontante a lire 150 imperiali.
Notaio di Bormio Antonio de Ferrariis fu Simone. Originale.
Atto singolo membr., mm 323x304
Note: 1. Usato come coperta reca a tergo: "1565 quaternus inquisitionum revisarum 1572".
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 22
3262. "Instrumentum venditionis". "Instrumentum locationis".
1553 novembre 27, Bormio, "Curtivi Communis"
Vendita di Giovanni de Sermondo e Cristoforo Kasularius, esecutori testamentari di Antonio de Agita fu Zanni di Bormio, esule dal territorio di Bormio, a Isonino de Folianis fu Giovanni Pietro di Bormio, canipario maggiore del comune di Bormio, per autorità di Francesco de Albertis fu Alberto, ufficiale maggiore del comune, di una pezza di prato di pertiche 107, sita a Bormio, in località Alute, per lire 151 imperiali, a completa soluzione della condanna per omicidio inflitta dal comune ad Antonio.
Notaio di Bormio Giuseppe de Sermondo fu Gasparino. Originale.
Locazione perpetua a titolo di massarizio di Isonino de Folianis di Bormio a Giovanni de Sermondo e Cristoforo Kasularius del pezzo di prato per un fitto annuo di lire 7 soldi 11.
Notaio di Bormio Giuseppe de Sermondo fu Gasparino. Originale.
Due atti singoli membr., mm 460x170
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 23
3263. "Instrumentum compositionis et remissionis".
1557 novembre 7, Bormio, "in stufa existente in curtivo communis"
Composizione amichevole della vertenza tra Giovanni del Presta, Giovanni Vittalinus fu Mariolo, Donato del Guana, Giuseppe de Sermondo e altri, deputati esaminatori a nome del comune di Bormio, e Giovanni de Casellis di Bormio, per alcuni fitti che il comune non ha pagato al detto de Casellis; successiva remissione di Nicolò Folianus fu Leonardo, canipario maggiore del comune di Bormio, per autorità di Bernardino de Albertis e Franceschino de Florinis, ufficiali maggiori del comune, a Giovanni de Casellis di un fitto di lire 13 e mezzo, per lire 70, come sopra stabilito.
Notaio di Bormio Giuseppe de Sermondo. Originale.
Atto singolo membr., mm 300x270
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 24
3264. "Instrumentum venditionis cum pacto luendi".
1566 gennaio 10, Bormio, "in stupha parva palatii communis"
Vendita con patto di redenzione di Bernardo de Ralatius fu Nicolò di Bormio a Leonardo del Zucho fu "Manchinus" di "Iacoma Longa", canipario maggiore del comune di Bormio, per autorità di Nicolò de Florinis e Giovanni del Kasolario, ufficiali maggiori del comune, di un fitto perpetuo di lire 18 e soldi 7 imperiali, parte di un fitto maggiore, pagato da Giovanni Giacomo de Albertis, su una pezza di terra prativa e campiva sita a Bormio "in partibus de Anglari in Saxell", per lire 287 imperiali, a completa soluzione di una condanna inflitta al detto Bernardino.
Notaio di Bormio Giuseppe de Sermondo. Originale.
Atto singolo membr., mm 305x255
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 25
3265. "Instrumentum venditionis". "Instrumentum aquisti et locationis perpetualis".
1573 gennaio 21, Bormio
Vendita con patto di redenzione di Cristoforo Barachus fu Leone di Morignone di Bormio a Pietro fu Baldassare di Buglio, canipario maggiore del comune di Bormio, per autorità di Giovanni Antonio de Piro e Merchiorre de Florinis, vice di Giovan Giacomo de Florinis, ufficiali maggiori del comune, del fitto perpetuo di lire 6 imperiali sui beni siti a Breno, per lire 100 imperiali, a parziale soluzione di una condanna inflitta a Tonio di Cristoforo.
Notaio di Bormio Zaccaria de Sermondo fu Giovanni. Originale.
Vendita, con patto di redenzione, di Leone Barachus, figlio separato di Cristoforo di Leone di Morignone, Abramo Tirindra fu Costantino di Morignone, per la moglie Giovannina di detto Cristoforo, Nicolò, figlio separato di Abbondio Casarius di Morignone, per la moglie Maddalena di detto Cristoforo, tutti a nome di Cristoforo, a Pietro fu Baldassare di Buglio, canipario maggiore del comune di Bormio, per autorità di Giovanni Antonio de Piro e Melchiorre de Florinis, a nome di Giovanni Giacomo de Florinis, ufficiali maggiori del comune, di una pezza di terra campiva di staia 8 sita a Bormio, in contrada di Morignone(1), per lire 85 imperiali, a completa soluzione di una condanna inflitta a Tonio, fratello dei venditori; successiva locazione perpetua a titolo di massarizio di Pietro ai venditori della pezza di terra precedentememnte venduta per un fitto annuo di lire 5 imperiali.
Notaio di Bormio Zaccaria de Sermondo fu Giovanni. Originale.
Due atti singoli membr., mm 770x344
Note: 1. Morignone o Spinadazio, ora Sant'Antonio Morignone, fraz. del comune di Valdisotto.
Classificazione: 14.2
Segnatura: n. 26